La resurrezione della Siria: il giornalista di Aleppo descrive il ritorno del Paese alla vita

 
“Con l’85% del Paese liberato, il piano per un cambio di regime attraverso il terrorismo è da tempo fallito”, ha dichiarato Naman Tarcha in un’intervista con RT tedesca. “Ora l’Occidente sta cercando di impedire la rinascita della Siria attraverso sanzioni e furti di petrolio. Invano.”
RT tedesca ha parlato con Naman Tarcha, giornalista e conduttore televisivo nato ad Aleppo, residente a Roma. Tarcha è un esperto di mass media e cultura araba con articoli e reportage su Medio Oriente, geopolitica, terrorismo e immigrazione sui media arabi e italiani, ed è anche co-autore del libro “Media Arabi e Cultura nel Mediterraneo” del 2009 e fondatore e caporedattore di ornina.org, una rivista di arte e intrattenimento online in arabo.
RT tedesca: Chi si occupa della ricostruzione della Siria?  Chi vi partecipa?
Naman Tarcha: diversi paesi extraeuropei sono coinvolti nella ricostruzione. In primo piano ci sono paesi che hanno sostenuto il popolo siriano: Cina, Iran, India e soprattutto Russia. Sono favoriti dal governo siriano. Inoltre, ci sono diverse opportunità in occasione di fiere ed eventi per attirare investitori e coinvolgere aziende di tutto il mondo.
 
E i paesi europei?  E gli Stati Uniti?
L’Occidente sta cercando di usare sanzioni per impedire la rinascita del Paese. Gli europei versarono lacrime di coccodrillo sui siriani, ma affamano il paese e gli rendono la vita impossibile. L’ambasciata americana “virtuale” a Damasco, – virtuale perché chiusa da dieci anni – ha pubblicato in modo ridicolo minacce contro aziende e singoli individui che hanno partecipato alla Fiera internazionale di Damasco per la ricostruzione della Siria. Una fiera che ha riscosso grande successo e partecipazione.
C’è anche l’occupazione americana dei giacimenti petroliferi siriani …
Questo è un furto di petrolio puro ed è considerato un crimine di guerra. In effetti, l’occupazione americana dei giacimenti petroliferi nella Siria nord orientale serve ad impedire il loro ritorno allo stato siriano, e a mettere in ginocchio la Siria e a creare uno stato fallito.
Quali sviluppi futuri nella Siria nord orientale, parola chiave: Rojava?
Il Rojava è un’area che non esiste. Curdi, nonché siriani, assiri, armeni, musulmani e cristiani vivono nella Siria nord orientale. I curdi sono meno del 30 percento della intera popolazione. É “una Fake news” affermare che la Siria nord orientale é solo curda.
Durante questi anni, i cittadini siriani nell’area sono stati mortificati nel vedere sventolare bandiere ostili nel loro paese – ma non rimarranno fermi a lungo. Continuano i negoziati, sotto la mediazione russa, tra le milizie curde e il governo siriano e lo spiegamento dell’esercito siriano sul confine tra Siria e Turchia ha impedito il peggio. Ma gli americani dovranno fare i conti con questa situazione. Gli americani dovranno andare pacificamente o con la forza della resistenza popolare, come è successo in Iraq, perché sono circondati da una popolazione ostile e nessuna occupazione dura per sempre.
 
Come reagiscono i siriani alle sanzioni occidentali?
L’ultima notizia che sembra incredibile all’immaginario occidentale è l’inaugurazione di uno stabilimento farmaceutico ad Adra vicino a Damasco. Dove vengono prodotti medicinali per la cura del cancro che soddisfano la domanda nazionale e la cui importazione in Siria é vietata dall’Europa “civile” attraverso l’embargo e le sanzioni.
 
Molte donne che hanno perso il lavoro hanno iniziato a creare loro stessi il lavori, e produrre e rivendere i propri prodotti alimentari, artistici ed artigianali fatti in casa. Un esempio di questo è Antonietta Bahar. Ha iniziato con le arti creative come la pittura su vetro e ha prodotto regali e souvenir per feste e occasioni speciali sotto la pioggia delle bombe che sono stati venduti nelle fiere e nei mercati. Successivamente è diventata un’artista a tutto tondo ed è ora molto conosciuta con varie mostre a livello nazionale, mentre le richieste e gli ordini per le sue opere oggi arrivano da tutto il mondo.
In questo periodo le famiglie sfollate stanno lentamente tornando in Siria e le città che sono state chiamate “città fantasma distrutte” sono più vive che mai.

Come viene aiutata la popolazione civile?
La società civile, in cui prosperano le associazioni e le cooperative pubbliche e private, ha svolto un lavoro straordinario con corsi e workshop per aiutare i giovani con difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro in tutti i settori, nel settore alberghiero e turistico, ma anche nel settore artigianale e commerciale. I mercati artigianali femminili nati durante la guerra sono diventati un must in tutte le città.
Il Centro Francescano di Art-Psychology di Aleppo, sotto la direzione di P. Firas Loutfi, è un centro unico nel suo genere dedicato alla cura dei bambini siriani dai traumi della guerra, attraverso attività sportive, artistiche e ludiche.

Ogni guerra cambia le persone e talvolta rivela le qualità magnanime di un popolo. Ciò che mi stupisce è la sensibilità dei siriani nonostante le difficoltà nei confronti dei cittadini con disabilità.  Diversi progetti dedicati ai bambini portatori di handicap. A Damasco, ad esempio, è stato aperto il primo caffè nel mondo arabo gestito esclusivamente da giovani con sindrome Down.
Un progetto straordinario e diretto da Vivianne Moubayed, una mia amica d’infanzia, è un asilo e una scuola materna con le attrezzature più moderne e una squadra di professionisti per bambini sordo muti ad Aleppo.

Ritornando alla ricostruzione. Per favore, dacci una panoramica:
I lavori di restauro e ricostruzione sono in corso in tutte le città – da Damasco passando per Homs fino ad Aleppo. Dal sito archeologico di Palmira alla chiesa di Um Alzunnar a Homs, alla grande moschea degli Omayyadi del XIII secolo con il suo minareto di Seljuk del 1090, che fu distrutta ad Aleppo.


Il souq “Al Sakatiyeh” di Aleppo è stato restaurato ed è di nuovo aperto al pubblico. È il mercato coperto più lungo del Medio Oriente con un totale di 37 negozi con una lunghezza totale di sette chilometri distribuiti su 160 mila metri quadrati. Il l mercato coperto della città di Aleppo, che ospitava 500 negozi di artigianato, è in fase di restauro avanzato.
La Siria é anche conosciuta per le sue chiese e musei.  Ci sono progressi anche lì?
L’intero soffitto di legno completamente danneggiato della cattedrale cattolica maronita di Sant’Elia nel centro storico di Aleppo è attualmente in fase di ristrutturazione. 
Il Museo Nazionale di Aleppo è stato riaperto. Numerosi reperti archeologici sono stati salvati e restaurati durante il restauro dell’edificio danneggiato. Un mosaico pavimentale di una vecchia chiesa della fine del V secolo, lungo 347 centimetri e largo 273 centimetri – trafugato da gruppi terroristici e introdotto clandestinamente in Canada – è stato recuperato e ora é conservato nel Museo Nazionale Siriano di Damasco.
I nostri principali media hanno parlato di Aleppo come una “città fantasma”.  Invece, le sue foto mostrano altro con concerti e festival …

La musica è la vita, e i siriani sono vivi, e ogni giorno mostrano al mondo di essere vivi!
 A novembre la settimana della musica d’organo si è svolta in varie chiese sotto la guida del direttore dell’Orchestra Sinfonica Siriana, Missak Baghboudarian. In collaborazione con il Teatro dell’Opera, che non ha mai interrotto la programmazione in questi otto anni. Concerti di musica classica, musica leggera siriana, spettacoli teatrali e di danza, nonché festival estivi e invernali sono sempre sold out.

Per un Paese che ha subito una guerra devastante, questi eventi organizzati in modo esemplare hanno del miracoloso. Ma la cosa più bella è la straordinaria partecipazione di un popolo che ritorna in vita.
Grazie per l’intervista!
Intervista rilasciata a Daniele Pozzati per RT tedesca. 
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